Aggressività passiva sta ad indicare un modo di comportarsi che esprime rabbia e ostilità ma in forma indiretta, attraverso la passività, il masochismo e il rivolgimento contro se stessi. Grazie a questo meccanismo di difesa, si può colpire gli altri senza fare apparentemente nulla. L’aggressività passiva va pensata come una gradazione di un problema che va da manifestazioni occasionali e circoscritte (nel qual caso parliamo di comportamenti passivo-aggressivi) all’espressione costante, generalizzata e ripetitiva di questo modo disturbato di reagire alla realtà (nel qual caso parliamo di stile di personalità passivo-aggressiva). In ogni caso, è sempre presente l’espressione dell’aggressività in modalità indirette. L’ aggressività indiretta ma estremamente efficace si concretizza in vari modi: ostruzionismo, cocciutaggine, procrastinazione, resistenza alle richieste di prestazioni adeguate, inefficienza intenzionale, perdita di tempo, tergiversare, tenere il broncio, «dimenticarsi», fraintendere, sparlare di nascosto, cinismo, sarcasmo, lasciare le cose in sospeso, agire in modo sfuggente, presentarsi di proposito di cattivo umore, eccessivo mangiare o dormire, compiacere gli altri (soprattuttol’autorità) per poi lamentarsi di loro, accusare malattie psicosomatiche, negare i propri sentimenti veri se qualcuno li riconosce, tenere il muso, indifferenza, non cooperazione, invidia nascosta per i successi altrui, visione negativa del futuro… Queste sono modalità diverse ma tutte finalizzate a trasmettere quella ostilità che non si ha il coraggio di esprimere apertamente (non presentarsi ad un incontro a cui avevamo promesso di partecipare è più dannoso che dire apertamente «no»). Queste resistenze negativistiche sono di solito mascherate dietro ad un’apparente ed affettato sorriso di cordialità e disponibilità (come, ad esempio, la facilità a chiedere perdono o ad ammettere le proprie debolezze per poi perseverare cocciutamente in esse).Esternamente il modo di fare appare disponibile, umile, gentile, manell’interiorità del passico-aggressivo vige il bisogno di controllare gli eventi e le persone, fatto però in modo nascosto per evitare un’eventuale reazione negativa da parte degli altri e soprattutto il confronto a viso aperto. Tutti questi comportamenti non sono necessariamente rivelatori di una personalità passivo-aggressiva. Per esserlo e, dunque, per essere sintomi di questo disturbo é necessario che contengano l’intenzione di danneggiare, una vena di provocazione. È importante capire la differenza. Chi è ostile e aggressivo in forma passiva non è ostile in un momento e poi gentile in un altro, ma è entrambi nello stesso momento. Il passivo-aggressivo é nel continuo dilemma se essere sottomesso o assertivo, dipendente o indipendente; non sa decidersi se aderire o resistere alle richieste che gli vengono fatte, se rispondere alle situazioni in modo attivo o passivo. Risolve il dilemma con un compromesso: esprimere la rabbia in modo indiretto. Di conseguenza il suo comportamento è insieme passivo e aggressivo.
Riassumendo, il termine passivo-aggresssivo denota un comportamento di ricorrente negatività caratterizzato da due aspetti:
1) la persona è spaventata, incapace o indisponibile ad esprimere apertamente l’aggressività,
2) nutre in sé un sentimento diffuso di ostilità verso gli altri.
Ma da dove nasce questo particolare assetto psicologico?
In psicologia clinica si è abbastanza concordi nel sostenere che il terreno che predispone al comportamento passivo-aggressivo è l’aver ricevuto una educazione severa e contraddittoria. In particolare:
– messaggi genitoriali contraddittori (ad es. alcune volte i genitori hanno premiato un determinato comportamento del figlio mentre altre volte lo stesso comportamento è stato punito o scoraggiato);
– un genitore dal forte controllo e dalle richieste eccessive;
– iperprotezione genitoriale;
– lo stile della “brava famiglia” (è la famiglia in cui, per contratto implicito o esplicito, non ci si confronta mai a viso aperto, non si difendono i propri diritti, non ci si fa valere ma soprattutto non ci si arrabbia mai, pena la caduta di questo mito familiare).
Allora, cosa si può fare quando si ha uno stile di comportamento passivo-aggressivo?
Poichè, come abbiamo visto, la causa immediata del comportamento passivo-aggressivo è la rabbia, il “rimedio” sarà duplice:
– Riconoscere e accettare la propria aggressività passiva senza sentirsi in colpa o, all’altro estremo, senza subirne l’influenza: ciò significa ammettere che certi modi di fare sono in funzione della propria rabbia anzichè camuffarli sotto le spoglie di false virtù. A tale scopo risultano utili alcune domande: dissento con ragione o faccio ostruzionismo? Sto ponderando o procrastinando? Sto parlando per convinzione o cocciutaggine? Dimentico il torto ricevuto o aspetto al varco?
– Passare ad una comunicazione assertiva: il termine “assertivo” denota l’esprimersi in modo fiducioso, senza bisogno di ottenere conferma o preoccuparsi di dire solo l’evidente. Si tratta di un parlare positivo, convinto, schietto e chiaro. Denota, inoltre, un approccio alla vita e agli altri che è attivo anzichè passivo o di difesa. La comunicazione e le relazioni assertive esprimono apertura, onestà, fermezza, coraggio di guardare negli occhi. L’assertività non va confusa con l’arroganza o il “farsi strada a gomitate”. Essa implica un riconoscimento dei diritti e delle esigenze degli altri, fa appello alla responsabilità di tutti e rifugge dal lasciare cadaveri sul suo cammino.
Fensterheim e Baer ne tratteggiano quattro caratteristiche fondamentali della personalità assertiva:
– si sente libera di esprimere la propria interiorità; in quello che fa e dice fa capire chi è, ciò che sente, pensa, vuole;
– sa comunicare con diverse categorie di persone (amici, estranei, simili e diversi) in modo diretto, aperto e appropriato all’interlocutore;
– è aperta alla vita; persegue ciò che vuole ed è disposta a pagarne il prezzo. Mentre la persona passiva attende che le cose capitino, questa fa in modo che capitino;
– agisce nel mondo che lei stessa rispetta. Seppure con sbagli, crede nella bontà dei propri tentativi. Conserva il rispetto di sè indipendentemente dalla vittoria, la sconfitta o il pareggio.
In che modo posso aiutarti?
L’apporto che un percorso psicoterapeutico può offrire è sicuramente molto importante poiché sventare da soli i propri atteggiamenti passivo-aggressivi risulta un’impresa ardua e, spesso, poco proficua. L’obiettivo principale, in questo caso, è individuabile nell’aiuto offerto a ridurre gli atteggiamenti disfunzionali che spesso sono alla base di un cattivo rapporto con se stessi e con gli altri, stimolando una modalità di comportamento più assertivo.
Comment (1)
Aurora
says Novembre 15, 2022 at 12:35Da quando ho letto questo articolo mi sono resa conto che l’uomo che ho accanto rientra probabilmente in questa categoria. Lo vedo sempre carico di ostilità e di risentimento, soprattutto in ambito lavorativo, ma al tempo stesso incapace di far valere le sue opinioni (a volta addirittura incapace di esprimerle). Dovrei consigliargli un percorso di terapia?